Al Seminario Vescovile di Bedonia è possibile ammirare il Museo dedicato all’Opera Omnia di Romeo Musa, uno dei più importanti xilografi italiani, grazie a una cospicua donazione da parte degli eredi del pittore. Nacque a Calice, piccola frazione del Comune di Bedonia, nel 1882; non solo xilografo, ma anche pittore, incisore, poeta… certamente una delle più significative figure culturali dell’Appennino parmense.

Il suo punto di forza fu appunto la xilografia, particolare tecnica d’incisione sviluppatasi nel XIV secolo in Europa. Musa vide in quest’antica arte la possibilità di diventare il cantore del mondo semplice, popolare e di farsi portavoce delle classi meno abbienti ed emarginate.

Grazie alla generosità della famiglia è stato possibile allestire una mostra permanente, pressoché completa della sua produzione artistica, nelle sale del Seminario di Bedonia verso la fine degli anni Ottanta. Il curatore del catalogo, Marzio dall’Acqua, elogia la particolare adesione “al locale, al particolare, al quotidiano” del pittore, che con occhio attento raffigurò volti e costumi degli abitanti delle nostre montagne, comprendendo e rispettando usi, costumi, dialetti e tradizioni.

Le xilografie che si possono ammirare seguendo l’affascinante percorso attraverso la mostra sono ricche di preziosi frammenti di come fosse la vita all’inizio del secolo scorso in alta Val Taro e Val Ceno. I soggetti, raffigurati da Romeo Musa con gran vigore e forza espressiva, spaziano dalla vita quotidiana al sacro, al fantastico della favole.
Al museo del Seminario di Bedonia è possibile apprezzare le varie copie fotografiche della filatrice di Letino, del quadro della Sagra del Matese, della donna all'arcolaio e molte altre interessanti opere di Musa. È inoltre presente il corredo di tutti gli strumenti del mestiere ed è dettagliatamente illustrata ogni fase di lavoro per la realizzazione di una xilografia.

Il Museo è completato da una biblioteca e da una raccolta di foto dell’artista. Romeo Musa fu anche autore di numerose novelle per ragazzi, le cui illustrazioni xilografiche sono esposte al museo.
Mai nessuno scrisse nulla nel dialetto dell’Alta Val di Taro prima di Romeo Musa da Calice. Dopo la sua morte, le numerose poesie furono raccolte nel volume “disolla e tognu”, illustrate con 50 xilografie.


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